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Paolo Panni
Cucinare a base di erbe e fiori spontanei che si trovano lungo il fiume Po. 
Questa la nuova, gustosa iniziativa lanciata dal circolo «Aironi del Po» di 
Legambiente di Polesine e che unisce entrambe le sponde del fiume, quella 
Parmense e quella Cremonese. 
Nell’ambito delle attività che il circolo 
«Aironi del Po» di Legambiente sta promuovendo per far conoscere il Grande fiume 
c'è anche questa iniziativa volta a far capire quanto sia importante la 
conoscenza e la tutela delle biodiversità vegetali. E nel contempo si vogliono 
riscoprire le potenzialità delle essenze spontanee in cucina. «La biodiversità 
degli organismi vegetali - ha spiegato il presidente degli “Aironi del Po” 
Stefano Barborini - raggiunge cifre altissime. Sono infatti circa 320 mila le 
specie vegetali conosciute, un quarto delle quali ancora non è stato censito e 
rimane quindi senza un nome. La cosa che sorprende di più, tuttavia è che di 
queste centinaia di migliaia di specie vegetali, solo 3 mila  sono 
utilizzate nell’industria alimentare, e di queste tremila solo 15 sono le specie 
maggiormente utilizzate». La conoscenza dell’uso delle specie vegetali a scopo 
alimentare è definita fitoalimurgia. «I vantaggi della fitoalimurgia - ha 
proseguito Barborini - possono riassumersi nei punti seguenti: è energeticamente 
economica: le piante si seminano e crescono da sole, spesso togliendole si 
pulisce in contemporanea il prato, il giardino e l’orto (e non si devono più 
usare diserbanti); non sottovalutiamo l’aspetto economico legato al denaro: può 
anche tornar utile riempire il frigo senza svuotare il portafoglio. In terzo 
luogo - ha detto - le piante spontanee crescono in perfetta armonia con 
l’ecosistema che le ospita, e  pertanto sono molto più ricche di elementi 
(sali minerali e vitamine),  contengono dosi “concentrate” di nutrimento e 
non di rado hanno sapori forti. Pertanto costituiscono un alimento ideale, 
donando molta energia in poco cibo». Al primo appuntamento con «Erbando sul Po» 
hanno partecipato una decina di persone tra «raccoglitori» e «assaggiatori», 
cuochi e allievi del Istituto Alberghiero «Magnaghi» di Salsomaggiore, Cristina 
Carri (vicesindaco di Motta Baluffi ), Lia Monfroni dell’Ufficio Agricoltura 
della Provincia, Stefano Barborini. L'iniziativa si è svolta in barca, con 
approdi per la raccolta delle erbe fra Zibello, Stagno Lombardo, San Daniele Po 
e Polesine. Lia Monfroni, del Servizio Agricoltura della Provincia, ha fatto 
conoscere alcune specie di erbe e fiori trovati sulle sponde del fiume che poi 
sono state utilizzate spiegando sia i sapori che le proprietà. Quelle raccolte 
sono state utilizzate per insalate (rosa canina, malva, piantaggine, tarassaco, 
margheritine, acetosella), come verdure cotte (luppolo, ortiche, sorelle, 
vitalba, paritaria, salvia pratensis) e fiori fritti (sambuco, acacia, 
trifoglio). A fine raccolta, in una lanca del fiume sono stati preparati da 
Aristide Lupini, docente all’Istituto Alberghiero «Magnaghi» di Salsomaggiore e 
da allievi del corso serale di cucina alcuni piatti a tema, tra cui tagliolini 
verdi di ortica, tortelli di ricotta con ortica, frittatine con luppolo, 
frittelle di fiori di sambuco, calzoncelli con tarassaco e pancetta, insalata di 
tarassaco e acetosella, pesto di erba aglina, degustati e molto apprezzati dai 
partecipanti.